- HO SETE D'AMORE
 
    - (J'ai soif d'amour!)
 
    
Poesia composta da S.TERESA di GESÙ
BAMBINO il 31 maggio 1896 e dedicata a suor Maria della Trinità,
per la sua festa.
    - Questo canto, benché
        riprenda molti temi teresiani, ha un forte accento e apre
        un terzo periodo nelle composizioni di Teresa. E una
        specie di dialogo mistico dove si discerne in trasparenza
        la voce di Gesù e la risposta di Teresa, e che lascia l'impressione
        d'un braciere d'amore assai drammatico - che esprime
        esattamente il titolo del capitolo XIV della Storia di
        un anima: Ho sete d'amore. Il tono è più doloroso,
        meno gioioso che in altre poesie.
 
    - "Già si fa tardi
        e il sole declina". Da due mesi Teresa sa che la
        morte è vicina. La notte scende sulla sua anima...
 
    - Ma Gesù "resta con
        lei " sul cammino oscuro in questo salire la "collina"
        del Calvario. Come ai pellegrini di Emmaus, Egli le
        ripete: "Non era necessario che il Cristo soffrisse
        per entrare nella gloria?" e la sua "parola di
        fiamma brucia il cuore" di Teresa. Non ci sarà
        altra via per lei: l'amore e la morte. Allora lei "reclama"
        la sofferenza.
 
    - Il "disprezzo"
        prima di tutto: l'umiliazione che ha lasciato l'impronta
        sul Volto Santo, la Faccia nascosta. E la "piccola
        via" che assicurerà qui la "somiglianza".
        Tale prospettiva diventa un porto di pace in questa
        strofa, la sola serena del canto.
 
    - Sofferenza anche della sete:
        "sete d'amore" del Crocifisso,
        inestinguibile, che implora come in un rantolo e sveglia
        nel cuore di Teresa una sete simile.
 
    - "Martirio d'amore"
        ripetuto a più riprese nell'ultima strofa, ammirabile e
        poetica come una prefigurazione dell'agonia di Teresa,
        nella quale si legge allo stesso tempo l'amore più
        assoluto e l'angoscia, una speranza appassionata che
        sfiora la disperazione. Le numerose riprese della brutta
        copia mostrano che questa grande passione è colata con
        qualche difficoltà nello stampo della versificazione. Il
        risultato finale però non risente della laboriosità. L'impronta
        è ferma, i verbi forti traducono adeguatamente l'amore attivo,
        generoso che Teresa mostra nell'estate del 1896.
 
    - Maria della Trinità,
        festeggiata per la prima volta con questo vocabolo pieno
        di significato per lei, riconosce in questa lirica il
        meglio delle proprie aspirazioni. Di qui nasce il suo
        desiderio di averla sotto forma di immagine per
        conservarla in un libro di preghiere. Ella scopre sempre
        più l'eccezionale qualità della sua compagna ed amica a
        misura che cresce la loro intimità. Nel secondo
        anniversario della sua entrata nel chiostro, il 16 giugno,
        dedica a Teresa anche lei alcuni versi: "È un bruciante focolare d'amore, il cuore della
        mia cara sorella... ".
 
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