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ANNA e MARIO DEL BIANCO

GESÙ SOLO
(Jesus seul!)

Poesia composta da S.TERESA di GESÙ BAMBINO il 15 agosto 1896 e dedicata a suor Maria dell'Eucarestia per la sua festa e il suo primo anniversario di entrata al Carmelo


Teresa eccelle nel calarsi nell'animo altrui pur esprimendosi pienamente. Ne risulta - e si è verificato in altre pagine - la possibilità d'una duplice interpretazione di molte sue poesie: in funzione del destinatario, in funzione dell'autrice.

Gesu solo ne è un esempio caratteristico, ed anche sottile, con delicati intrecci da districare. È facile, certo, riconoscere in questo canto d'amore l'appassionata di Gesù nell'estate 1896. Ma vi si può leggere altrettanto chiaramente una biografia spirituale di Maria dell'Eucaristia. Per togliere ogni ambiguità, si è creduto bene di presentare qui una interpretazione teresiana del testo, mentre le note storiche (tomo Il ed. francese) mostrano come Teresa stringe da vicino la realtà degli esseri.

Nel luglio-agosto 1896, Teresa vive settimane d'una eccezionale densità spirituale. La sua "notte", senza essere così opaca, come diventerà nel 1897, la spinge con maggiore passione che mai verso la Persona di Gesù. Il 6 agosto, s'è consacrata (con due novizie) al Volto Santo con una preghiera molto amorosa, il 2 agosto il nuovo fratello missionario Padre Roulland si è imbarcato per la Cina. Con lui, ella "si lancia.., nel campo del suo apostolato".

In Isaia, che ella medita molto in quel momento, ritrova con armonie rinnovate i bei testi dell'infanzia spirituale, e aspira sempre più ad "amare come un piccolo bambino".

Desideri veementi e contrastati che lei integra nella semplicità di un'unica vocazione (Ms B). In Gesù solo le circostanze traspaiono in filigrana.

Sul piano letterario si noterà che Teresa utilizza, per la prima e sola volta nel suo lavoro poetico, rime baciate da un capo all'altro della composizione in una metrica costante. I versi sono raccolti, disciplinati. Le immagini sono rare, quasi sempre prese in prestito dal registro umano (padre, madre, bambino, guerriero) ad eccezione della "tempesta". Rari sono egualmente gli aggettivi. Il tempo regolare cede solamente all'entusiasmo appassionato negli ultimi versi.

La poesia parla il linguaggio dell'amore umano alla maniera del Cantico dei Cantici. Il titolo primitivo: Il mio solo Amore lo sottolineava ancora meglio.

La generosità naturale del cuore fluisce libera nella strofa 1 che esprime calore e pienezza. La constatazione finale della delusione non è che un effetto oratorio che prepara l'irresistibile slancio del ritornello con la sua progressione: pace, felicità, amore ed i suoi tre "solo".

Il felice scambio tra le strofe 2 e 3 della brutta copia privilegia le immagini dell'infanzia: quella del "guerriero" troverà la sua migliore collocazione alla fine della strofa. Dalla strofa 2 si sprigiona un clima di tenerezza, di sicurezza, di vicinanza "ad ogni istante", perfino nel gioco a rimpiattino (meno severo che nel PN 31) di Gesù con la sua sposa. L'audace strofa 3 mette in rilievo la legge così teresiana dei contrasti: la "bambina" piena di "delicatezze" che colma lo Sposo di "carezze" è anche quella che l'amore porta alla "lotta" virile dell'apostolato.

Se la strofa 4 ha per oggetto più direttamente le pene spirituali di Maria dell'Eucaristia, è possibile vedervi egualmente la prova personale di Teresa, il cui cuore è "assalito dalla tempesta" (Ms B, Sr) e si trova a dubitare "del Cielo" (nominato due volte, con l'insistenza del "per te" al verso 8).

Con un rovesciamento di cui Teresa ha il segreto, l'ultima strofa incita ad un atteggiamento molto diverso da quello dell'inizio. Prima, la creatura proponeva il suo amore come rivolta verso le quinte: "Chi potrà?". "Quale cuore vorrà?". Ora scopre un Cuore d'una tenerezza più traboccante del proprio: un amore che si fa povero, supplichevole, che "mendica" i sospiri e le lacrime della sua creatura. Non si resiste ad un tale amore, gli si "abbandona" tutto: il cuore, i desideri e "coloro che si ama" (finale curioso che spiega unicamente l'attaccamento eccessivo di Maria Guérin alla propria famiglia).

Così Teresa trascina le sue discepole non tanto con "pii consigli", quanto con l'estrema generosità del suo amore per Gesù.


 

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Da "PERCHÉ TI AMO, MARIA!"

GESÙ SOLO
(S. Teresa di G.b.)
 
Ad. Testo e Musica di
MARIO DEL BIANCO

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