www.mariodelbianco.it

ANNA e MARIO DEL BIANCO

 

Anna e Mario Del Bianco
CANTO DEI SALMI

O Signore nostro Dio Ave Maria Grandi cose Proteggimi, o Dio Grande è il Signore Sollevate porte
O Dio, tu sei qui Mostraci, Signore Sui Fiumi di Babilonia Beato l'uomo O Regina, voglio lodarti Cantate a Lui
 
 
 
 
 
 Il Signore è mia luce
(Sal 26)
 
Ad. Testo e Musica di
Mario Del Bianco
 
 
Rit.:  Il Signore è mia luce e mia salvezza,
 di chi avrò paura?
 Il Signore è difesa della mia vita,
 di chi avrò timore?
 
Se contro di me si accampa un esercito,
il mio cuore non teme;
se contro di me divampa la battaglia,
anche allora ho fiducia.
Una cosa ho chiesto al Signore,
questa sola io cerco: abitare nella casa del Signore
tutti i giorni della mia vita.
 
Rit.: Il Signore è mia luce...
 
Di te ha detto il mio cuore:
«Cercate il suo volto»;
il tuo volto, Signore, io cerco:
non nascondermi il tuo volto.
Mostrami, Signore, la tua via,
guidami sul retto cammino,
Sono certo di contemplare la bontà del Signore
nella terra dei viventi.
 
Rit.: Il Signore è mia luce…
 
Il Signore è mia luce (Sal 26)

II salmo 26 è composto da due preghiere scaturite da due diversi stati d'animo.

La prima è un meraviglioso canto di fiducia, che si leva in un'atmosfera di gioia festante e di luce soprannaturale. Dio è la luce e la fortezza nella quale il salmista si rifugia, nell'assoluta certezza di poter trovare protezione e aiuto contro qualsiasi nemico e nelle lotte che insorgono contro di lui (1-3).

Una cosa sola egli domanda e ricerca: abitare nella casa del Signore ogni giorno della sua vita, per gustare la dolcezza dell’unione con Dio e restare nel raccoglimento della preghiera. Dal tempio, infatti, il Signore esercita la sua protezione sui suoi fedeli e dona forza contro i nemici e, nel tempio, il salmista trova sicu­rezza e potrà offrire al Signore sacrifici di esultanza inneggiando al suo nome (4-6).

La seconda preghiera del salmo è una supplica e un lamento di un uomo sospinto dalle necessità e dalle passioni dei nemici a cercare il volto del Signore nel suo tempio.

Egli prega Iddio a non scacciarlo e a non abbandonarlo come l'hanno abbandonato i suoi genitori (7-10), ma a guidarlo sul giusto sentiero e difenderlo dai suoi violenti avversar!.

La supplica termina con un'esaltazione della fede, che aiutò il salmista a superare momenti assai difficili, e con un incoraggia­mento che egli rivolge a se stesso a sperare nel Signore (11-14).

La speranza e la fiducia illimitata in Dio sono il tema delle due preghiere del salmo; esse dovevano pure costituire l'anima della storia d'Israele tutta rivolta a Dio, che in essa si era stabilito come rocca di salvezza, e tutta protesa nell'aspettativa del Messia ven­turo.

S. Agostino dice che nel salmo 26 risuona la voce della nostra miseria, il gemito della nostra sofferenza. Il Signore misericordioso si è degnato suggerire a noi miseri queste parole, per mezzo dello Spirito Santo, per consolarci; ma si è pure degnato, vivendo in noi, di servirsi della nostra voce e di queste parole per supplicare il Padre in nostro favore. Per sua bontà e misericordia abbiamo ottenuto di far pervenire il nostro gemito fino a Dio.

Come capo di un'umanità che ha tratto dalle tenebre alla luce, dalla tristezza alla gioia, dalla morte alla vita, il Cristo domanda anche per noi ciò che a lui sempre è stato concesso: abitare nella casa del Padre e gustarne le dolcezze. Fin d'ora, egli ci dà la possibilità di restare uniti al Padre e a lui nella Chiesa; in essa, egli ci difende dal male e ci protegge contro i più temibili nemici, dando anche a noi la gioia di rialzare su di essi il nostro capo, come egli fece nella sua risurrezione.

La tradizione dei primi secoli ha fatto recitare la pre­ghiera del salmo 26 ai neo-battezzati vedendo in essa il compimento di una profezia di Isaia, in cui il Signore annuncia che i suoi servi­tori mangeranno, berranno e gioiranno.

Chi riceve il battesimo può dire con verità: « II Signore è mia luce e mia salvezza, è difesa della mia vita» (1), in Cristo egli può cantare vittoria sui suoi nemici spirituali (2-3). Il battesimo realizza il desiderio espresso nel salmo: il battezzato diventa «con­cittadino dei santi e familiare di Dio» (Ef 2,19). Egli abita nella Chiesa e può offrire con Cristo e tutti i credenti il sacrificio di lode e di esultanza nella celebrazione eucaristica, in cui ven­gono ripresentati la vittoria e il trionfo della morte di Cristo (6). Colui che viene al battesimo, risponde alla divina chiamata della fede che gli suggerisce di cercare il volto del Signore (8), e può contare sulla bontà di Dio, che è assai più grande di quella che nutrono i genitori per i loro figli. Può, infine, sperare di contemplare un giorno, nella terra dei vivi, il volto e la bontà di Dio, che, al lume della fede, ricerca quaggiù nell'ombra e nell'oscurità di questo mondo (13).

La Chiesa, confortata e incoraggiata dalla preghiera di Gesù, si rivolge direttamente a lui con il salmo 26. Cristo è la sua luce e la sua salvezza, egli è la fortezza della sua vita; il suo cuore non ha nulla da temere di fronte agli assalti dei nemici. Durante il tempo quaresimale, la Chiesa domanda pietà per i suoi figli penitenti e alimenta in essi la speranza nella ricerca della luce e della grazia del Signore.

 
IL SIGNORE È MIA LUCE
(Sal. 26)
 Music view