ANNA e MARIO DEL BIANCO |
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Rit.: Grande è il Signore…
Rit.: Grande è il Signore… |
Il salmista celebra la grandezza di Dio, che, nel momento del pericolo,
si è rivelato per la città santa e sulla montagna di Dio come una fortezza
inespugnabile contro gli assalti nemici. Re potenti si erano coalizzati contro Gerusalemme; Dio li ha
terrorizzati, li ha sconvolti e dispersi come il vento orientale squarcia le
potenti navi di Tarsis (colonia fenicia nella Spagna). La storia d'Israele fin da tempi remoti aveva tramandato testimonianze
degli interventi di Dio, ma ora, dice il salmista, abbiamo veduto coi nostri
occhi ciò che avevamo udito narrare. Con il cuore pieno di riconoscenza e di
gioia, l'autore si sofferma in meditazione sulla inestinguibile bontà del
Signore verso il suo popolo. Sion e i suoi abitanti esultano di gioia,
contemplando la giustizia delle azioni del loro Dio. Il salmo termina invitando i fedeli a rendersi conto delle difese con
le quali Dio ha circondato e protetto la sua città, per fortificarsi, a loro
volta, nella fede in lui e per annunciare ai loro figli l'amore di Dio per la
città santa, perché abbiano anch'essi a confermarsi nella medesima fede in
colui che è il vero Dio (13-15). La
grandezza di Dio si è manifestata nella Chiesa: essa è la sua santa città
costruita sul monte santo di Cristo. Noi abbiamo veduto l'inizio di questa prodigiosa
manifestazione nell'incarnazione del Figlio di Dio, che celebriamo ogni anno
nel ciclo natalizio (a). Cristo
è ora il baluardo e la difesa della Chiesa, egli è il Signore grande e degno di ogni
lode. Egli
ha dato alla sua Chiesa una struttura esterna e visibile, per mezzo degli
organi gerarchici, e ha stabilito in essa vari ministeri, che tendono al bene
di tutto il Corpo. « ...Dal Cristo, che è il capo, tutto il corpo, ben compaginato e
connesso, mediante la collaborazione di ogni giuntura, secondo l'energia
propria di ogni membro, riceve forza per crescere in modo da edificare se
stesso nella carità» (Ef 4,11-13.16). S. Giovanni, nell'Apocalisse, descrive la futura città di Dio ancora
strutturata in mura e porte. Ma lassù tutto è assunto nella gloria e nella magnificenza di Dio,
tutto è trasfigurato nella luce purissima e nella dovizia della vita divina (Ap
21,10-27). La liturgia riferisce alle chiese costruite sulla terra il salmo 47,
perché vede in esse una figura della Chiesa spirituale vivente sulla terra e
della futura città del cielo. L'edificio della chiesa non è solo destinato ad accogliere l'assemblea
dei cristiani, ma per mezzo delle sue strutture deve, in certo modo, esprimere
il mistero dell'assemblea del popolo di Dio, della sua unità e varietà e
soprattutto della carità fraterna che ci unisce a Cristo nella partecipazione
attiva ai misteri della sua vita. Nella Chiesa, il Signore combatte con noi e per noi le sue battaglie
spirituali e manifesta i suoi interventi per la salvezza degli uomini. La
Chiesa è il monte santo di Dio, l'altura stupenda, e la gioia di tutta la
terra. Nella Chiesa vediamo compiersi ciò che le scritture dell'Antico e del
Nuovo Testamento ci narrano sulle opere di Dio. Oltre alla struttura esterna e
visibile, il Cristo ha dato alla Chiesa vitalità, bellezza e
forza con il soffio del suo Spirito. La città santa di Dio è una città vivente
e operante nel mondo; essa è costruita in modo da essere visibile a tutti, come
vessillo innalzato sui popoli sotto il quale i dispersi figli di Dio
possono raccogliersi finché si faccia un solo ovile e un solo pastore. |
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